"La poesia ha questo compito sublime: di prendere tutto il dolore che ci spumeggia e ci romba nell'anima e di placarlo, di trasfigurarlo nella suprema calma dell'arte, così come sfociano i fiumi nella vastità celeste del mare". Antonia Pozzi

Dalla poesia alla pittura

la parola evocativa svela forme e colori

Le poesie a cui mi ispiro parlano di noi, di ciò che ci accomuna come esseri umani. Le visioni emotive dei miei dipinti raccontano un "viaggio" che parte dalla tormentata ricerca della propria identità, attraversa l'inevitabile conflitto con la società e approda, infine,  a una dimensione di armonia, quella che ognuno di noi sogna e chiama "felicità". Il viaggio non conclude, anzi,  si rinnova come  ricerca continua. Nel dare voce alle emozioni che ogni poesia suscita in me, sperimento tecniche pittoriche, effetti materici, tattili e visivi che meglio possano restituire la vitalità e la tensione di questo percorso, che per comodità qui ho suddiviso in tre topoi, luoghi simbolici di una dimensione in divenire.


Scopri tutte le opere e lasciati trasportare nei miei paesaggi interiori:

 alla ricerca di sé, tra sé e il mondo, ritrovarsi nella Natura.


Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Nella sua celebre opera Paul Gauguin rappresentò i tre quesiti esistenziali che da sempre tormentano l'essere umano.

In questa tappa del viaggio, i miei dipinti si immergono nei territori labirintici dell'introspezione e delle proprie origini, tra echi di memoria e molteplici volti dell'interiorità; sono ispirati a poesie di Vivian Lamarque, Maria Luisa Spaziani, Wisława Szymborska, Emily Dickinson e molte altre poete che hanno "raccontato" con parole evocative la ricerca dell' identità.

La nota frase di J. P. Sartre, L'inferno sono gli altri, ci ricorda che il confronto con l'altro plasma e talvolta imprigiona l'identità. In questo spazio fragile e tormentato il sé si misura con le regole, i giudizi e le aspettative della società. Qui la ricerca interiore si scontra con la realtà esterna, dando vita ad un dialogo spesso conflittuale.  

Il mio percorso esperienziale si intreccia con le mie principali fonti di ispirazione: poete come Rupi Kaur e Patrizia Cavalli, i cui versi lucidi, ironici e talvolta sarcastici rivelano la difficile condizione della donna nella società, smascherando stereotipi e gabbie culturali che ne limitano la libertà.


II viaggio chiude il cerchio con l'approdo a una dimensione di rinascita, quella della Natura. Nel suo abbraccio l'essere umano si riconosce e, tra foreste di simboli dagli occhi familiari (Corrispondenze, C. Baudelaire), ritrova le proprie origini, spogliandosi degli orpelli e delle convenzioni sociali e partecipando al libero fluire che pervade la Natura stessa. Così La vita non conclude (Uno, nessuno e centomila, L. Pirandello), ma fluisce libera dalle forme in un'armonia vitale oggi quasi dimenticata. 

Qui suoni, colori e forme si fondono in una sinestesia magica, quella che solo l'arte può raccontare. Tra le mie fonti ispiratrici risuonano i versi di Charles Baudelaire, Emily Dickinson, Chandra Livia Candiani.